sabato 27 giugno 2015

I trafficanti di Khatrax: "It's a trap!"

Base temporanea marine, esterno della nave caduta



"Spostati cazzo!" Disse Maugan ad alta voce spingendo via Sammandriel che tentava di curarlo. Si alzò e la testa gli girò per un momento prima che l'organo di Lyman entrasse in azione. "Signore, vi siete appena ripreso dalla cannonata di un corazzato, avete bisogno di cure." - "No apotecario Sammandriel, ho bisogno di sapere che diavolo è successo da quando ho perso i sensi. Rapporto.". Rispose Maugan sputando un grumo di sangue per terra. Era già molto denso, segno che l'organo di Larraman stava svolgendo il suo lavoro. "Ecco signore, i nemici sono penetrati nella nave. E sono scomparsi, non abbiamo idea di come abbiano fatto a dileguarsi." - "E?" - "Eee... hanno portato via due delle casse.". Gli occhi del capitano si spalancarono per l'ira e si voltò lentamente verso l'apotecario. Prima che la collera di Maugan potesse sprigionarsi aggiunse: "L'unica rimasta è quella già aperta, quella che sorvegliavo io stesso.". Maugan si fermò e trasse un ampio respiro. "Bene Sammandriel, a quanto pare non sei tu ad aver fallito. Portami Astatis Baldion, vedremo se anche lui saprà cavarsela.". Sammandriel però non si mosse. Imprecando tra sè contro Morpheus per aver contattato proprio lui, rendendolo ambasciatore di altre pessime notizie al collerico capitano, aggiunse: "Veramente capitano c'è altro. Morpheus dalla nave mi ha contattato mentre lei era svenuto. A quanto pare il Warp è scomparso nuovamente. Prima che succedesse però il nostro astropate è riuscito a ricevere una comunicazione dalla settima compagnia, inviata probabilmente giorni fa ma che ha potuto raggiungerci solo mentre il Warp scorreva. Hanno tenuto d'occhio l'Inquisizione, le navi che ci stanno cercando sono sulla buona strada, erano a poco meno di un settore di distanza quando il messaggio è stato inviato giorni fa, ora potrebbero essere a mezzo settore. Di questo passo in due o tre settimane ci troveranno. Inoltre durante la battaglia l'incrociatore ha scandagliato i sistemi vicini con i sensori a lungo raggio. Una flottiglia Tiranide si trovava nei pressi di un pianeta disabitato a circa una settimana di viaggio da qui, stazionaria. Quando il Warp si è bloccato di nuovo però ha improvvisamente iniziato a muoversi verso la nostra posizione. Secondo Morpheus questo vuoto è ciò che li attira qui." - "Un motivo in più per eliminarlo." Disse una voce alle spalle di Sammandriel. Il bibliotecario Davian comparve e superò l'apotecario di un paio di passi, avvicinandosi al capitano e guardandolo. Si era tolto l'armatura terminator e la tunica rosso sangue che portava sopra l'armatura potenziata ondeggiava sotto il leggero vento all'esterno del relitto della nave. "Capitano, ora inizio a capire, inizio a percepire l'origine di questo vuoto. Non so esattamente dove si trovi, ma posso trovarla avvicinandomi ad essa. E una volta scoperto dove i nemici si nascondono non potranno sottrarsi alla nostra furia.". Maugan guardava il bibliotecario: da quando erano arrivati gli sembrava cambiato, vedeva le sue guance incavate, le orbite scavate. I suoi occhi rossi tradivano la sua origine, ma c'era altro, sembravano lampeggiare, il fuoco del loro clan scorreva in essi; per quanto il suo aspetto fosse trasandato i suoi occhi sembravano più vivi di quanto li avesse mai visti. Maugan si domandava se quell'andare e venire del Warp non lo stesse facendo impazzire, ma la determinazione e la sicurezza che portava in volto erano più forti che mai, e per quanto fosse diverso da lui era al suo fianco dalla fondazione del clan ed era ormai oltre che un confratello un amico, non poteva non fidarsi di lui. Davian guardava il capitano. Lo conosceva molto bene, e gli stava offrendo una proposta che implicava, se avesse avuto successo, di portare finalmente un attacco diretto ai nemici, uno scontro in grande stile in cui vendicare le morti dei suoi uomini, una prospettiva troppo allettante perchè il capitano rifiutasse. La risposta era una sola: "Va bene Davian. Prendi una piccola forza e procedi nell'underhive fino a che non sei abbastanza vicino, poi segnala la posizione. Mi raccomando, non farti notare, non vorrai ritrovarti in territorio nemico avendo risvegliato le sue intere forze, perciò sii silenzioso, penserò io a fare rumore quando sarà il momento.".

Underhive, più di 24 ore dopo



Il convoglio dei marine proseguiva da un giorno ormai nell'underhive. Davian era in testa, al comando. Stranamente non avevano incontrato nessun nemico, eppure sapeva di proseguire sulla strada giusta, ed ora sentiva di essere quasi arrivato. Diede ordine di fermarsi e scandagliò nuovamente la zona. Sì, lo percepiva, non era molto lontano, pochi chilometri. Dovevano solo avvicinarsi un po' di più e avrebbero potuto mandare l'esatta posizione al campo base. L'auspex iniziò a lampeggiare. Segnali in movimento da ogni direzione si avvicinavano rapidamente: Erano circondati. Attivo il vox dell'armatura: "Qui Davian, a tutte le unità. Forze nemiche stanno per attaccarci, sto inviando i dati della posizione del campo nemico, una volta avvicinativisi abbastanza da triangolare la posizione avete il compito di inviarla al nostro quartier generale. A qualunque costo. Posizioni di combattimento. Per il capitolo!". Le grida di battaglia dei marine risuonarono nel comunicatore facendo riverberare il sangue nelle vene del bibliotecario: o vittoria o morte.

venerdì 12 giugno 2015

I trafficanti di Khatrax: Drums of war

Il calore delle fiamme era insopportabile. Non era la prima volta che ne assaggiava il morso spietato, ma in cuor suo sapeva che sarebbe stata l'ultima. In fondo, non gli importava più, ormai. Aveva portato a termine la missione, l'uomo di metallo era ferito a morte e niente lo avrebbe salvato... Lanciò un'ultima occhiata di sfida agli Astartes. “Poveri sciocchi” pensò Lymant, poi le sue carni si sfaldarono e il gerarca cadde, lasciando un grumo di carbone e sangue a testimoniare la sua passata esistenza. Poco più in là, la situazione si stava facendo esplosiva.
“Fottuti Astartes! - ruggì Vihn – Questo era un Leman Russ!”. Dal boccaporto montato sulla torretta del carro uscì una figura imponente, coperta di sangue ma del tutto incurante delle proprie ferite. Il carrista, a torso nudo e armato solo di fucile a pompa, lanciò verso i marine la linguetta di una granata, dopodichè saltò lontano dal veicolo al grido di “IL PADRE È GRANDE!”. Due secondi dopo, il Leman Russ esplose, buttando a terra i marine presenti nei paraggi. Il corpo di quel carrista non venne rinvenuto nelle successive ispezioni.

Cinque ore dopo, Vihn Dysel e alcuni Guastatori superstiti fecero ritorno alla base del Culto, nei meandri dell'underhive. Ad attenderli trovarono Chelanius.
“Siete sopravvissuti solo voi?!” disse il Gerarca.
“Purtroppo si. Siamo stati nuovamente attaccati dagli Astartes! Ma la missione è compiuta. Lymant è riuscito ad eliminare l'uomo meccanico” rispose Vihn.
“Bene. In questo caso, ottimo lavoro. Ora riposatevi. Penso che più tardi Blashyrrk vorrà chiedervi com'è morto suo fratello, quindi cercate di ricordarvi per bene i dettagli, o ve li strapperà dai ricordi con la forza.”



Padre...Padre...Perdonaci...Parte del carico è finita nelle mani di alcuni Astartes ficcanaso... una spia li ha sentiti confabulare, li vogliono distruggere!
La creatura aprì gli occhi. Con un minaccioso sibilo a sottolineare la propria rabbia, il Patriarca si alzò dal suo trono e con pochi passi si trovò di fronte a Blashyrrk, al centro della grande e umida stanza, avvolta nella penombra. La mole dell'antico genoraptor torreggiava immensamente al di sopra del gracile Magus, inginocchiato in totale segno di sottomissione. Qualche istante dopo, una volontà aliena squarciò il velo che proteggeva la mente dell'ibrido, inondandola di furia, delusione e... nuovi ordini.

Recuperali. A qualunque costo.



Base temporanea marine, qualche ora dopo la battaglia


Una volta rientrato al campo base Maugan fu informato da Davian di qualcosa che la maggior parte dei marine avrebbe potuto ritenere positivo, ma non il capitano: durante il pomeriggio, mentre sovrintendeva alla costruzione delle difese, un dolore lancinante aveva assalito Davian. Fortunatamente il capo bibliotecario era temprato da anni di esperienza nel Warp ed era riuscito a mantenersi abbastanza lucido da capire cosa stesse succedendo. Si era chiuso senza dire nulla a nessuno nel centro di comando parlando con il bibliotecario Morpheus dalla nave per alcuni minuti, una volta uscito aveva ordinato a Sammandriel di contattare Maugan. Prima della riunione della cerchia interna aveva anticipato al capitano ciò che avrebbe poi detto al resto dei membri: il Warp era tornato a scorrere completamente, impetuoso e brutale, la zona di bonaccia che li tratteneva era scomparsa. Il ritorno del Warp, come disse Maugan durante la riunione, significava ovviamente che avrebbero abbandonato il pianeta, dato che, come aveva giustamente evidenziato Astatis Baldion più volte, non si trovava lì nulla per loro se non morte. Purtroppo però non potevano partire immediatamente: Sammandriel fece notare che il Navigator non si era ancora ripreso, Davian sottolineò come i nemici fossero la probabile causa di quella bolla di vuoto nel Warp. Il capitano osservò quindi che sebbene fosse possibile ripartire senza il navigator non avrebbero potuto senza di lui scampare ad un eventuale altro vuoto nel Warp: stabilì pertanto che sarebbero rimasti sul pianeta fintanto che il navigator non si fosse ripreso, tentando al contempo di scoprire come fosse causata la bonaccia nel Warp e di impedire che potesse avvenire nuovamente. Ciò venne deciso senza alcuna obiezione da parte dei membri della cerchia interna: le argomentazioni erano ragionevoli, logiche, persuasive; nessuno poteva dubitare che fossero l'unico motivo per rimanere. Nessuno tranne uno. Un membro aveva passato l'intera seduta osservando Maugan anche mentre non parlava, senza però opporre alcuna obiezione: Astatis Baldion. Quando, finita la riunione, tutti i membri si allontanarono, lui si attardò come gli aveva chiesto di fare prima della seduta il capitano. Rimase nel centro di comando con Maugan, Davian e Sammandriel: allora iniziò la vera riunione della cerchia interna.
Il mattino dopo, presso il campo base, perimetro esterno delle difese
Maugan osservava i marine che controllavano i propri equipaggiamenti. Si stavano preparando alla battaglia imminente: la nave aveva rilevato un grosso esercito nemico in avvicinamento. Lo avevano previsto, le difese erano pronte, i suoi soldati sapevano cosa fare. Il cielo era coperto da nuvole scure, l'aria aveva la nitidezza tipica dei momenti precedenti ad un temporale. Se non avesse piovuto le condizioni sarebbero state ideali per il tiro a segno che sperava avrebbero fatto. Ma con quei nemici non si poteva stare tranquilli, erano furbi, sapevano come evitare le loro difese. Non restava che attendere, a breve sarebbero stati lì. Un sergente gli si avvicinò. "Signore, ho dovuto rimpiazzare uno dei miei marine. Per ora è in una thunderhawk, probabilmente dovrà essere portato alla sezione 22." - "Un altro. Questo era perfino al primo stadio di armatura potenziata. Informa Sammandriel, lui sa cosa fare per limitare lo spreco.". Mentre parlava Maugan si girò e guardò il sergente. Gli occhi marroni del capitano incrociarono quelli rosso sangue del marine. A volte se ne dimenticava. Appoggiò la mano sulla spalla del marine con fare più fraterno. "Ora vai. Stanno arrivando e dobbiamo essere pronti."

I trafficanti di Khatrax: Battle's remnants

Alcuni chilometri dal campo base, zona di guerra, poco dopo la fine della battaglia


Thoris Maugan era seduto su un pezzo di muro crollato, all'esterno dell'edificio in cui fino a poco tempo prima si trovava barricato il tecnoprete. Le sue ultime parole riecheggiavano nei pensieri del capitano. Iniziò a lucidare la sua lama, uno spadone ad una mano e mezza. La cura delle proprie armi era sacra nel suo clan, e lo trovava un lavoro ottimo per pacificare i pensieri e chiarirsi le idee. Inspirò a pieni polmoni, l'aria era densa di morte, i cadaveri nemici bruciavano ancora e l'odore di promezio pizzicava le narici di Maugan. Una volta abbandonato il pianeta avrebbe dovuto indagare all'interno del capitolo: troppi segreti circondavano persino le più alte gerarchie ed intendeva vederci più chiaro, per quanto fosse rischioso. Ma quelli erano pensieri che per ora lasciavano il tempo che trovavano, ed aveva questioni più urgenti di cui occuparsi: quel pianeta si era rivelato più interessante del previsto, ma anche più letale. Attraverso il fumo, nella semi oscurità calante del tardo pomeriggio, vedeva Astatis Baldion avvicinarsi. Sapeva cosa stesse venendo a dirgli.
"Capitano." Maugan rispose con un cenno. "Il corpo del tecnoprete è appena partito con una thunderhawk che lo porterà alla stazione orbitale, grazie al suo sigillo sarà possibile accedere alla sua nave senza rischi." - "Bene, questo potrebbe aiutarci a mettere insieme alcuni pezzi." - "Capitano, se permette vorrei aggiungere dell'altro. Abbiamo perso altri marine anche oggi, e non abbiamo ottenuto nulla. E questo perchè non abbiamo nulla da ottenere. Abbiamo solo quegli alieni, che tra poco cresceranno e ci attaccheranno dall'interno, mentre i nemici, infinitamente più numerosi di noi, ci assedieranno per riprenderseli con ogni mezzo. Dobbiamo eliminare quegli alieni finchè ne abbiamo la possibilità ed andarcene da questo pianeta. Non abbiamo nessuno da salvare e niente da prendere. Lei mi ha sempre detto che devo mettere il capitolo davanti a tutto per diventare capitano, bene: io metto le vite dei nostri marine davanti ad una futile battaglia per un mondo morto.". Maugan guardò Baldion con attenzione. La sua opposizione stava iniziando a diventare troppo tenace, avrebbe dovuto metterlo al corrente di ciò che aveva in mente prima o poi, ma era ancora troppo presto, non aveva ancora ben chiare le idee sul da farsi ed il campione non era ancora un problema così serio, così decise di rimandare. Prima che Maugan potesse rimettere Baldion al suo posto però il comunicatore vox dell'armatura segnalò una chiamata dal campo base. "Capitano, parla l'apotecario Sammandriel, mi riceve? Abbiamo un problema, Davian deve parlarvi e credo anche Morpheus. Richiediamo il vostro rientro al campo base." - "Ricevuto Sammandriel, il convoglio sta per partire. Raduna la cerchia interna, abbiamo varie cose di cui parlare. Tra poco saremo di ritorno.". Maugan interruppe la comunicazione e si rivolse a Baldion "A quanto pare le nostre conversazioni continuano ad essere interrotte, Astatis. Proseguiremo il discorso durante la riunione della cerchia interna se sarà necessario, ora dobbiamo abbandonare queste rovine piene di morti.". Baldion annuì e si incamminò verso i corazzati. Maugan guardò il marine allontanarsi: sapeva che gli era fedele, ma nel tentativo di fare ciò che riteneva giusto poteva rischiare di divenire una spina nel fianco. Si alzò a sua volta e fece per seguirlo quando sentì uno scricchiolio provenire dal tetto diroccato. Si voltò verso l'edificio. Il vento stava aumentando e faceva cigolare il caseggiato diroccato. Nell'aria il capitano sentiva ancora l'odore di morte e carne bruciata, ma un'orrenda puzza si era unita trasportata dal vento, una puzza di fango, di fogne. Maugan guardò ancora per un momento il tetto, poi si voltò e riprese a camminare verso il convoglio. Un piccolo detrito cadde dal tetto alle sue spalle ma non vi badò.

a bordo della nave gli space marine ritrovarono i seguenti fascicoli riguardanti il pianeta khatrax e il tecnoprete mendelov:


Gregorus Mendelov, tecnoprete dell’adeptus mechanicus

Ex magos genetor, da più di 530 anni lavorava come tecnoprete nei laboratori dove i semi genetici venivano clonati e utilizzati per la fondazione di nuovi capitoli di space marine.Nell’arco degli anni era riuscito a salire la scala gerarchica fino a diventare Magos e vicedirettore dei laboratori ma nell’671.M41 venne scoperto a fare esperimenti non consentiti su una partita di seme genetico nel tentativo di migliorarlo.
Il suo rango elevato e le sue conoscenza all’interno dell’adeptus mechanicus gli permisero di salvarsi dalla pena di morte, in un processo che venne fatto tenendo all’oscuro l’inquisizione il sacro sinodo dei magos gli concesse di redimersi rivelando quali fossero le partite di seme genetico che nell’arco degli anni aveva modificato, affinchè gli eventuali capitoli già creati potessero essere analizzati, ma egli si rifiutò sostenendo che i propri esperimenti, e la conoscenza che ne avrebbe ottenuto, valevano più della sua stessa vita.Stupiti dalla sua fede nei confronti del dio macchina i magos decisero comunque di salvarlo dalla pena capitale lo condannarono all’esilio obbligandolo a entrare nei ranghi degli explorator.Per una decina egli viaggiò nel segmentus ultima alla ricerca di archeo-tecnologie a bordo di un intercettatore classe fastus accompagnato solo da un piccolo esercito di servitori finchè 9 anni dopo la sua condanna l’inquisizione venne a sapere del processo e lo inserì nelle liste dei sospetti collaboratori degli eretici.Consapevole che l’inquisizione non avrebbe mai capito le sue ragioni mendelov da allora si diede alla macchia continuando però il suo lavoro come explorator al servizio del dio macchina.


Il tentativo di ripopolazione:
Nel 764.M41 il consiglio superiore del segmento diede l’ordine di dare il via a un tentativo di ripopolazione e ricostruzione di Khatrax.Sul pianeta venne inviato un contingente della guardia imperiale accompagnato da 10000 civili a cui venne affidato il compito di fondare una base stabile da cui far partire la ricostruzione della città formicaio.
Le operazioni di recupero proseguirono molto lentamente a causa della piccolezza della spedizione iniziale a cui era stato affidato il compito di recuperare e ricostruire una città di 2,5 miliardi di abitanti.
La popolazione crebbe, accompagnata dalla formazione di un culto benefico, il culto del flagello, dedicato al flagello dell'imperatore, distruttore dei nemici dell'imperium.
La piccola cittadina creata si espanse liberamente fino al 789.M41, anno in cui venne segnalata l'interruzione delle comunicazioni astropatiche con il pianeta.
Il consiglio del settore decise allora di mandare una nave da guerra della marina imperiale con il compito di scoprirne il motivo, ma al suo arrivo, 3 mesi dopo, i sensori della nave non rivelarono presenze vitali sul pianeta e le esplorazioni non diedero risultati.
Il rapporto suppose che la causa possa essere l'intervento dei terribili pirati xenos che da tempo scorrazzano nel settore, anche se accurati studi dei tecnopreti dichiararono di non aver rilevare traccia del loro tipo di armi.
Nel 790.M41 il consiglio decise di interrompere il tentativo di ripopolazione assegnando infine al pianeta Khatrax la classificazione di “mondo assassino”

lunedì 1 giugno 2015

I trafficanti di Khatrax: As dust fall (2)

Contemporaneamente, sulla nave spaziale Charadon Caeli.

"Manovre di attracco quasi concluse signore." disse uno degli ufficiali di plancia a Morpheus. Dopo aver espulso le capsule d'atterraggio si erano diretti verso la stazione orbitale abbandonata del pianeta rilevata tramite i sensori. La stazione era molto antiquata, ma fortunatamente il sistema di attracco era lo stesso compatibile. "Scandagliate la stazione con i sensori." ordinò Morpheus. "Signore, apparentemente la struttura è deserta, ma abbiamo rilevato la presenza di una nave dell'Imperium all'hangar opposto. Risulta appartenere all'Adeptus Mechanicus. Le paratie sono schermate, se vogliamo sapere che cosa celi dovremo andarci di persona." - "Che diavolo ci fanno qui? Credevo che il pianeta fosse abbandonato da millenni. Inviate una squadra alla sala comando, un'altra mi segua all'hangar. Agite con cautela, non sappiamo cosa ci aspetta.". Il bibliotecario ed i suoi raggiunsero la nave. Lo stemma del Mechanicus giganteggiava sul portellone di sbarco chiuso. "Dai dati dei sensori della stazione la nave risulta essere arrivata due settimane fa" gli comunicò uno dei marine dopo aver armeggiato con la console dell'hangar. Morpheus si avvicinò al portellone e provò ad attivare il sistema di apertura. Dalla console del portellone lampeggiarono alcune schermate ed un sensore si attivò scandagliando prima il bibliotecario e poi la stanza ed i suoi marine. "Attenzione." gracchiò la voce meccanica di un computer "La vostra identità non è riconosciuta e non rientra nei parametri di accesso della nave. Il tecnoprete explorator Mendelov non è a bordo, siete pregati di attendere il suo ritorno e di non provare a forzare l'entrata, il sistema di difesa non darà ulteriori  avvisi prima di utilizzare la forza letale.". "Signore, siamo pieni di fucili termici sulla nave, una sola parola e apriremo questa nave come burro. Non vorremo farci spaventare da qualche computer?" disse il marine di prima, i suoi occhi lampeggiavano all'idea di far saltare qualcosa. "Calmo Rutwe, la tua inesperienza di neofita si mostra con questi impulsi. La saggezza suggerisce di attendere e riflettere. Per ora controlliamo la stazione ed informiamo il capitano Maugan, dopodichè vedremo se mettere in pratica il tuo piano."

La mattina successiva presso il campo base della Legione Cremisi
Sammandriel si dirigeva al quartier generale per informare Maugan degli avvenimenti della notte, in parte affascinato, in parte preoccupato. Dall'esterno sentiva i toni accesi di una discussione. Entrò e la discussione si placò. Maugan era in piedi sulla destra, con aria calma ma decisa, dall'altra parte, con una posa più tesa c'era Astatis Baldion, il campione della compagnia, arrivato il giorno prima con i rinforzi. In fondo alla stanza, seduto, un altro membro della cerchia interna. "Spero di non giungere in un momento inopportuno." Disse Sammandriel "No, io e Astatis stavamo condividendo punti di vista differenti sulla nostra situazione." Rispose Maugan. L'apotecario riprese a parlare: "Porto notizie sconcertanti, oserei dire, riguardo gli alieni nelle casse. Sono cresciuti a vista d'occhio, alcuni, la maggior parte anzi, sembrano aver passato una specie di ciclo evolutivo, abbandonando quello che prima era il loro guscio esoscheletrico e divenendo più simili a molluschi. Percorrono le fasi evolutive in una maniera anormalmente accelerata per qualunque creatura. I più grandi sembrano aver acquisito maggiore controllo sulla loro capacità di cambiare forma unendo i loro tentacoli per farne delle parti rigide. Ho inoltre parlato con Irwing. Ulteriori ricerche nel nostro database ci portano a supporre che quei genoraptor possano appartenere alla particolare specie dei genoraptor di ymgarl. A quanto ci risulta però sono stati epurati dalle Salamandre nel 754.M41." Baldion fissò il capitano. "Maugan, ciò che sentiamo non può che darmi ragione!" Il capitano scosse la testa, con l'aria stanca di chi sente per l'ennesima volta le stesse argomentazioni. "Amico mio, sei un valoroso combattente, ma non diverrai mai capitano nè tanto meno lord se non inizierai a comprendere a fondo ciò su cui si basa il capitolo. Ti capisco, sono uno space marine originario come te, ma devi abbandonare le tue credenze se credi nel capitolo." Rispose il capitano con fermezza. Baldion si voltò verso il terzo marine, ancora seduto, cercando un aiuto. "Mi trovo in accordo con Thoris Maugan." disse questo con voce calma "Consiglio però prudenza." aggiunse, guardando il capitano. "E prudenza avremo. Vi fate spaventare da molto poco, per ora queste sono solo ipotesi, non abbiamo nulla di più su cui basare le nostre idee, pertanto non c'è motivo di preoccuparsi." conluse Maugan. Baldion era ora rilassato, per quanto chiaramente non convinto a pieno. Lasciò cadere il discorso e cambiò argomento "Ritengo che sia saggio aumentare le pattuglie notturne. Durante la notte alcuni marine di guardia mi hanno informato di aver avuto la netta sensazione di essere osservati, seppur non abbiano notato nulla nemmeno con i loro sensi potenziati. Abbiamo bloccato i condotti da cui sono sbucati i nemici durante la battaglia, ma non possiamo sapere quali altri passaggi possano sfruttare. Dopotutto loro sono qui da prima di noi.". Maugan annuì, ma prima che rispondesse il segnale di una chiamata lampeggiò sullo schermo del quartier generale: era Morpheus. "Bibliotecario Morpheus, hai nuove notizie dalla nave del Mechanicus che avete trovato?" disse Maugan. "No signore, non vi contatto per questo. A pochi chilometri da voi abbiamo rilevato lo svolgersi di un aspro conflitto. Qualcuno è rinchiuso in un edificio ed è assediato da nemici in netta superiorità numerica. Non sappiamo nulla di più, ma chiunque sia assediato non potrà resistere a lungo."
"A quanto pare proseguiremo la nostra conversazione tra i proiettili nemici." disse sorridendo Maugan a Baldion, il quale gli rispose con un ghigno soddisfatto. L'idea dell'imminente battaglia esaltava entrambi e sembrava spazzare via il ricordo della discussione precedente. "Prepara la mia scorta, io organizzerò una forza di intervento. Pronti a partire tra un quarto d'ora."



Giorno successivo alla battaglia per il relitto, recessi dell'underhive:

Lymant inserì il caricatore nella sua pistola requiem e si ritrovò a speculare sull'ironia insita in quel gesto. I proiettili requiem erano nati per difendere l'Umanità dai suoi nemici: gli eretici, gli xeno e i mutanti. E lui era ampiamente rappresentativo di tutte e tre le categorie. La sua fede andava alla Grande Divoratrice, non all'Imperatore. Il suo progenitore era un'entità superiore ai miseri esseri umani, uno xeno antico e potentissimo. Il suo corpo mostrava i segni di questa discendenza. Mise la pistola nella logora fondina di cuoio sintetico e uscì dalla sua spoglia stanza.
Aveva ottenuto una seconda possibilità da Blashyrrk. Un evento più unico che raro. Anzi, assolutamente unico, a fronte di un fallimento così grave. Aveva le sue attenuanti, ovviamente. Tuttavia, più che per le attenuanti, sapeva che la sua testa era ancora attaccata al resto del corpo unicamente perchè la situazione era critica. Prima l'uomo meccanico, ora gli Astartes... Il pensiero di fuggire lo sfiorò per un istante. Aveva un piccolo manipolo ai suoi ordini, sarebbe bastato recuperare una navetta e scappare lontano. Ma no, non c'era un “lontano” da Blashyrrk, dal “Padre”. Dalla Grande Divoratrice. La verità era che lui stesso, in un angolo della propria mente, aveva iniziato a dubitare delle sue capacità. Davvero non avrebbe potuto fare di meglio su quell'astronave? E davvero aveva delle probabilità di riuscire a portare a termine questo nuovo compito, oppure era solo un metodo elegante per disfarsi di lui? Improbabile. Blashyrrk non si sarebbe mai posto questi problemi. Gli avrebbe fatto esplodere la testa, oppure lo avrebbe soffocato usando i tentacoli. Non gli mancavano i modi. Radunò in fretta i suoi soldati. Solo alcuni erano effettivamente i suoi uomini, gli altri erano probabilmente truppe di qualche altro Gerarca che aveva fallito. Dopo averli scrutati per qualche secondo, iniziò ad esporre la loro missione. Avrebbero dovuto disfarsi dell'uomo meccanico, o come lo aveva definito Chelanius, del “Tecnoprete”. Ma questa volta, Lymant non voleva sorprese.

“Basteranno, mio Signore?” chiese Chelanius.
La risposta si fece attendere. Mentre scrutava la massa di creaturine tentacolate che brulicava in mezzo a quella stanza buia e umida, Blashyrrk era completamente assorto nei suoi pensieri. Quello che doveva fare... il piano che avevano messo in atto... e se non fossero bastati?
“C'è solo uno che può saperlo...”

I trafficanti di Khatrax: As dust fall (1)

Il Chimera ripartì a tutta velocità. Fortunatamente, gli Astartes non sembravano intenzionati a inseguirli. Vihn Dysel, ufficialmente addetto al requiem pesante, ringraziò la Grande Divoratrice, poi prese il kit di pronto soccorso e iniziò a prestare le prime cure a Blashyrrk, il Riverito, il Magus. Nonostante avesse perso molto sangue, le ferite e le ustioni non apparivano più così gravi come poco prima, un'altro inequivocabile segno che la discendenza del Padre era forte in lui. Era ancora svenuto, ma si sarebbe svegliato presto e il suo umore sarebbe dipeso da ciò che il resto dell'armata era riuscito a recuperare dal campo di battaglia. E da quanto ciò si sarebbe rivelato utile.

Qualche ora più tardi, underhive:

L'umore di Blashyrrk aveva visto giorni migliori. La squadra comandata dal Gerarca Nih fu fortunata nell'essere stata completamente annientata in battaglia, perchè il Magus riversò contro di loro la maggior parte della sua furia e della sua frustrazione, tant'è che il suo scatto d'ira sfociò in un'onda psichica improvvisa e incontrollata, tale da far crollare a terra un paio dei suoi servitori personali, gli occhi ribaltati e la bocca schiumante. In quel momento, a rapporto da lui nella stanza dei drappi c'erano il Gerarca Heilus, l'Accolito DeRoque e Chelanius. I primi erano appena ritornati dal campo di battaglia, tutto sommato da vincitori, mentre il secondo temeva una punizione, avendo lui raccomandato Nih per il ruolo di Gerarca... Gli scatti d'ira erano davvero dei momenti pericolosi, perchè conducevano il Magus inquietantemente verso gli abissi della follia. Fu un bene che Heilus e DeRoque gli avessero portato delle buone notizie.

“Maestro – esordì Heilus – siamo riusciti a recuperare due delle casse. Al momento sono al sicuro, sorvegliate a vista dagli Accoliti.”
“Bene...molto bene. Finalmente posso posare il mio sguardo su guerrieri degni di portare i loro titoli e adeguatamente fedeli al Patriarca... Verrete premiati per i vostri sforzi, non temete. Ora però, laciatemi solo con Chelanius, poiché c'è molto di cui dobbiamo discutere.”
“Che le vostre ferite possano guarire in fretta, Maestro! Chiedete e vi obbediremo in qualsiasi cosa!”
Blashyrrk osservò attentamente i due lasciare la stanza. Due volti di cui valeva la pena ricordare i nomi. Dopo questa breve e rara considerazione (poiché il Magus del Culto del Flagello era più incline alla punizione che alla glorificazione), rivolse il proprio interesse verso Chelanius.
“Dobbiamo agire contro questi Astartes. Dobbiamo eliminarli prima che possano intralciare ulteriormente i nostri piani. E dobbiamo farlo senza ulteriori passi falsi.”
“Mio Signore, penserò immediatamente ad una strategia da adottare e...”
“Lascia perdere, Chelanius. È evidente che non sei portato.” disse una terza voce.
Spostando un drappo dopo l'altro, il Gerarca Lymant fece il suo ingresso nell'alcova del Magus.

4  Ore dopo la battaglia, nei pressi del relitto della nave caduta

Il capitano Maugan stava attraversando il campo base in costruzione, la zona attorno al relitto della nave era un buon punto per stabilire una testa di ponte e aveva quindi ordinato di fortificarla.
Le thunderhawk erano rapidamente scese portando tutto il necessario nonchè dei rinforzi decisamente necessari, inoltre stabilire il campo base attorno alla nave avrebbe permesso di sfruttare la stiva e le stanze per tenere le casse e l'equipaggio. Ma ogni cosa a suo tempo, ad essi avrebbe pensato dopo, ora si dirigeva al campo medico: l'apotecario lo aveva avvisato che Davian si era ripreso. Arrivato si diresse dal bibliotecario. "Davian. Felice di vederti ancora intero, tutto sommato. Mi è stato riferito quanto è accaduto, a quanto pare lo psionico nemico è dotato di grandi poteri per causare allucinazioni del genere persino in un marine." - "No capitano. Lo psionico nemico ha sicuramente grande capacità di attingere al Warp, ma non è il primo a saper fare qualcosa del genere, persino io o Morpheus potremmo." Maugan si fidava di ciò che il bibliotecario diceva: per quanto gli psionici fossero tenuti in grande considerazione nel capitolo e lui stesso si affidasse a Davian e Morpheus come luogotenenti, il capitano non era uno di loro e non si era mai interessato con precisione delle loro capacità. Davian proseguì: "Il problema è nel Warp stesso. Da quando siamo finiti in questa zona di bonaccia, in questo punto vuoto, ho sentito che qualcosa non andava. Prima sulla nave e poi durante la battaglia ho avuto forti difficoltà ad entrare in contatto con il Warp. E quando lo psionico nemico ha utilizzato i suoi poteri contro me e la mia squadra ho sentito una sorta di collegamento, come se i suoi poteri e questo "malfunzionamento" nel Warp avessero un'origine comune. Dovrò parlare con Morpheus appena possibile." - "Ciò che mi dici mi dà altro a cui pensare, a quanto pare abbiamo molto su cui indagare. Ora ti lascio, altre questioni mi attendono." Maugan fece cenno a Sammandriel, l'apotecario, di seguirlo fuori dal campo medico. "Sammandriel, ora che non devi più occuparti dei feriti ho un nuovo compito da assegnarti." Insieme si diressero all'interno della nave, fino alla stiva. Alcuni marine ne controllavano l'accesso, più di quanti l'apotecario si aspettasse di trovare a guardia di semplici casse, il che lo stupì. "Non hai ancora visto il contenuto delle casse, vero?" disse Maugan, notando l'espressione dell'apotecario. Ordinò ad un marine di aprirne una: all'interno si trovavano decine di uova, alcune già schiuse da cui erano usciti dei piccoli alieni invertebrati, a metà tra un polipo ed uno scarafaggio. "Tutte e tre le casse sono piene come questa. Difficile dire quanti siano, sembrano non mantenere una forma stabile il che rende difficile distinguerli. Il tuo compito sarà di studiarli. Ah, Sammandriel, ti raccomando di coinvolgere solo membri della cerchia interna e dell'apothecarion nella tua ricerca. Non so ancora in cosa ci stiamo cacciando."-"Sì signore.". L'apotecario sembrava affascinato dalle creature aliene. Maugan si sentiva decisamente xenofobico nei loro confronti, ma sapeva che non poteva lasciarsi guidare da tali istinti: dovevano sfruttarle per cercare di capire qualcosa in ciò in cui si trovavano, e forse sfruttarle per prendere un vantaggio sui nemici.
Uscito dalla stiva Maugan sperava di dover affrontare l'ultimo intrigo della giornata. Raggiunse gli alloggi dell'equipaggio, dove avevano rinchiuso il comandante ed i tre sopravvissuti. Lì si trovavano il sergente Irwing ed i suoi marine, i quali avevano recuperato l'equipaggio dalla nave e lo avevano protetto durante la battaglia. "Sergente, novità sui superstiti?"-"Abbiamo delle versioni contrastanti signore: i marinai sostengono di essere delle nuove leve e di essere stati imprigionati dal capitano e dal resto dell'equipaggio, di cui non ci sono superstiti, e di aver udito l'attracco di una nave e un conflitto a fuoco; il comandante sostiene che ci sia stato un ammutinamento e di essere imprigionato da giorni. Ovviamente qualcuno mente. C'è altro però: sono stato su Meghnada come sa, prima di essere riassegnato a questo clan quando venne costituito, ed ho affrontato spesso la minaccia Tiranide. Ho riconosciuto tra i nostri nemici dei membri di questa razza aliena, i genoraptor, e combattevano fianco a fianco con gli umani. Ma questi erano diversi, sembravano in grado di mutare, la loro forma era instabile." Maugan lo guardò con sorpresa. "Affascinante. Questa informazione potrebbe essere decisamente importante. Va' da Sammandriel alla stiva e riferiscigli quanto mi hai detto ed aiutalo nel suo compito, ma torna presto qui. Con questi uomini bisogna evidentemente forzare la mano per ottenere una risposta chiara e me ne occuperò personalmente. Se quando tornerai non avrò ottenuto una risposta inizia a tua volta l'interrogatorio del comandante."
Maugan si diresse verso una delle stanze dove si trovavano, separati, i tre marinai. Aveva quasi perso il suo bibliotecario, vari marine erano morti e aveva passato la giornata a fare a pezzi umani orrendamente mutati, e tutto ciò non certo per perdere tempo con delle canaglie; non aveva intenzione di aspettare l'indomani per sapere cosa diavolo fosse successo su quella nave e li avrebbe fatti parlare senza scrupoli.